TENERISSIMO DIO
Amo il Tuo Corpo esanime
ed il Tuo Sguardo incredulo,
di bambino obbediente,
occhio ferito e muto,
esposto, sulla Croce,
al dileggio e allo sputo.
E Tu, rivolto al Padre:
“Perché son solo, adesso?…”
Dolce richiesta estrema
di aiuto non concesso.
Mi tremano le mani
e sono senza voce.
Appena appena…un poco,
son con Te, sulla Croce.
Nessuno sa comprendere,
o Dio, Pietà Infinita,
che tacque…e anche ora tace.
Ma dopo quel silenzio,
Dolce Padre Celeste,
a Te diede la Vita
e a noi una Nuova Veste.
Forte del Tuo Dolore
mi unisco a Te, Signore,
e confido in quel Padre;
mentre su tutto echeggia,
con potenza di tuono,
dolce la Tua parola:
“Io ti perdono.”
Umberto
Fortunati
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