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“Riscoprire l’adorazione come esigenza della fede, se sapremo
inginocchiarci davanti a Gesù̀, vinceremo la tentazione di
tirare dritto ognuno per la sua strada.
Adorare, infatti, è compiere un esodo dalla schiavitù più
grande, quella di sé stessi.
Adorare è mettere il Signore al centro per non essere più
centrati su noi stessi. È dare il giusto ordine alle cose,
lasciando a Dio il primo posto.
Adorare è mettere i piani di Dio prima del mio tempo, dei miei
diritti, dei miei spazi.
Adorare è incontrare Gesù̀ senza la lista delle richieste, ma
con l’ unica richiesta di stare con Lui. È scoprire che la
gioia e la pace crescono con la lode e il rendimento di grazie.
Quando adoriamo permettiamo a Gesù̀ di guarirci e cambiarci.
Adorare è andare all’ essenziale: è la via per disintossicarsi
da tante cose inutili, da dipendenze che anestetizzano il cuore
e intontiscono la mente. Adorando, infatti, si impara a
rifiutare quello che non va adorato: il dio denaro, il dio
consumo, il dio piacere, il dio successo, il nostro io eretto a
dio.
Adorare è farsi piccoli al cospetto dell’ Altissimo, per
scoprire davanti a Lui che la grandezza della vita non consiste
nell’ avere, ma nell’ amare.
Adorare è portare al Signore l’oro, per dirgli che niente è
più̀ prezioso di Lui; è offrirgli l’incenso, per dirgli che
solo con Lui la nostra vita si eleva verso l’alto; è
presentargli la mirra, con cui si ungevano i corpi feriti e
straziati, per promettere a Gesù̀ di soccorrere il nostro
prossimo emarginato e sofferente, perché lì c’ è Lui.
Chiediamoci: Sono un cristiano adoratore? Troviamo tempi per
l’adorazione nelle nostre giornate e creiamo spazi per
l’adorazione nelle nostre comunità. Sta a noi, come Chiesa,
mettere in pratica le parole che abbiamo pregato oggi al Salmo:
“Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra”.
Adorando, scopriremo anche noi, come i Magi, il senso del nostro
cammino. E, come i Magi, proveremo “una gioia grandissima”. |
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