Testimonianza di Carmelina
 

TI HO CONOSCIUTO FIN DAL GREMBO MATERNO

 

Mi chiamo Carmelina, sono stata sempre una cattolica praticante; frequentavo la Chiesa e cercavo di essere presente a tutte quelle funzioni e manifestazioni che si svolgono in Essa. Sentivo in me una sensazione come di sapere abbastanza di Dio, fino a quando dei fratelli non mi invitarono ad un incontro del Rinnovamento nello Spirito; li, ho capito che fino ad allora non avevo fatto una vera esperienza del Cristo Vivo e vero nella mia vita. La prima cosa che mi ha colpito è stato il modo in cui pregavano e lodavano il Signore Gesù, la gioia che riuscivano a esternare lodandolo e percependo la sua presenza in mezzo a loro. È stato allora che il Signore mi ha fatto sperimentare la sua potenza, con  la lode spontanea e la presenza viva e continua di Gesù in me, che è lo stesso di ieri oggi e sempre.

Ho cominciato così a frequentare il gruppo con fervore, facendo esperienze anche in incontri provinciali e regionali, scoprendo di paesi diversi il Signore Gesù ci faceva diventare subito un cuore solo e un’anima sola, proprio come le prime comunità cristiane. Da quel primo invito sono passati dodici anni ed è da quel giorno ormai che, per grazia di Dio, vivo in Cristo facendo parte integrante del gruppo. E come fece l’unico lebbroso dei dieci guariti da Gesù sento che è giusto e doveroso far conoscere agli altri le meraviglie che il Signore ha compiuto e continua a compiere nella mia famiglia. Avendo sperimentato la grazia di Gesù, quando trovandomi incinta del mio secondo figlio, e causa di alcuni valori alterati, il ginecologo mi comunicò che la gravidanza non sarebbe arrivata a termine; poiché la placenta si era invecchiata precocemente, (a sette mesi anziché a nove). Secondo quello che diceva il ginecologo, non mi restava altro, che aspettare di giorno in giorno la fine di quella vita che stava crescendo in me. Ed è stato allora che ricevetti la guarigione secondo la promessa di Gesù: <<imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno>>.

  In quel giorno io e mio marito assieme ai fratelli del gruppo, abbiamo affidato nelle mani del Signore la vita di quella creatura, che prima di essere nostra apparteneva a Lui. Come dice il salmista: nel giorno dell’angoscia abbiamo alzato il nostro grido a Lui, abbiamo sperato in Lui ed Egli che è Dio di pietà, compassionevole e pieno di amore ha ascoltato la nostra preghiera e ha salvato il Suo e nostro bambino, non perché potessimo vantare dei meriti d’innanzi al Signore, ma per la sua infinita misericordia e il suo infinito amore per ognuno di noi.

  Adesso voglio rivolgermi a te, fratello o sorella che stai leggendo questa testimonianza; devi sapere che Dio ti ama ed ha sicuramente un progetto meraviglioso di pace, di gioia ma in particolar modo di salvezza per te. Lui ti ama anche se hai peccato; ti vuole cosi come sei; forse tu credi di non meritare l’amore che Cristo Gesù ti vuole dare, ma Lui insiste ancora e ti dice: <<Orsù, vieni e discutiamo, se i tuoi peccati sono come scarlatto, diventeranno bianche come la neve; se sono rossi come porpora, diventeranno come la lana>> (cf  Is 1,18). Dunque, chiunque tu sia, vai a Gesù con fiducia, poiché Egli ti vuole donare il Suo amore. 

 

 

 

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