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Celebrazione della nascita di Gesù il 25 dicembre. Questa festa di origine occidentale sostituì la festa pagana del Sole Invincibile e finì per diventare comune a tutte le Chiese cristiane eccetto gli Armeni. La liturgia romana permette che la Messa venga celebrata di notte (di solito a mezzanotte), all'alba e di giorno: intende così celebrare la triplice « nascita » del Figlio: nel seno del Padre, dal grembo di Maria e nel cuore dei fedeli. Cf Cristianità Armena; Epifania; Preparazione al Natale.
L'intero cosmo che è buono perché è stato creato da Dio (Gn 1‑2), o qualcosa che si sviluppa e agisce secondo le proprie caratteristiche essenziali. In questo secondo senso, la dottrina cristiana parla di un'unica natura di Dio e di due nature (divina e umana) in Cristo. La teologia cattolica ha distinto la grazia (= ciò che viene a noi mediante l'attività redentrice di Dio in Cristo) dalla natura (= ciò che appartiene agli esseri umani in quanto esseri umani). Un assioma classico afferma che la grazia non distrugge la natura, ma la presuppone e la perfeziona. Qui, è importante ricordare che un ordine puramente naturale è un'astrazione. L'ordine della grazia è esistito sin dall'inizio, in quanto Dio ha chiamato liberamente tutti gli esseri umani alla sorte soprannaturale della vita eterna. I Calvinisti e altri Protestanti hanno pessimisticamente affermato che il peccato avrebbe interamente corrotto la natura umana (cf DS 1521, 1555; FCC 8.054, 8.088; GS 13). Cf. Concupiscenza; Cosmo; Creatura; Creazione; Ecologia; Entelechìa; Grazia; Legge naturale; Peccato originale; Potenza obbedienziale; Soprannaturale; Teologia naturale.
Un tentativo di mediazione tra il Concilio di Calcedonia (451) che insegnò che ci sono due nature nell'unica persona di Gesù Cristo, e i cosiddetti « Monofisiti ». Essi conservarono la formula pre‑calcedonese di san Cirillo di Alessandria (morto nel 444): « l'unica natura incarnata di Gesù Cristo ». La controversia si fissò sulla parola physis (Gr. « natura ») che era ancora usata per significare sia un individuo sussistente concreto (= persona), sia la natura di quel singolo. Quei teologi cirilliani che ritennero Calcedonia come una resa ai teologi nestoriani (colpevoli, secondo loro, di aver diviso il Cristo in due individui), cercarono di re‑interpretare Calcedonia in termini di condanna del nestorianesimo da parte di Cirillo. Nella sua « terza lettera a Nestorio » (DS 252‑263), Cirillo sottolineava l'unica persona divina di Cristo, anatematizzando chiunque non avesse affermato che Dio, in Cristo, aveva sofferto sulla croce. A Calcedonia, questa lettera era stata letta, ricordata, ma non fatta propria. Il Neo‑Calcedonesimo, o interpretazione di Calcedonia nei termini della teologia di Cirillo circa la sofferenza di Dio, fu ufficialmente confermato nel Concilio Costantinopolitano II nel 553 (DS 421‑438; FCC 2.012, 4.019‑4.034). Cf Concilio di Calcedonia; Concilio di Efeso; Concilio Costantinopolitano II; Controversia Teopaschita; Monofisismo; Sofferenza di Dio.
Un itinerario di iniziazione cristiana sorto dopo il Concilio Vaticano II. È cominciato con Kiko Arguello (nato nel 1939) e Carmen Hernandez, con l'intento di aiutare i cristiani battezzati a scoprire o a riscoprire che cosa comportano realmente la fede e il battesimo. Questo « modo » di formazione per i battezzati, che segue le strutture del catecumenato nella Chiesa primitiva, riprende a iniziare i credenti alla loro vita cristiana, e mira a rievangelizzare paesi tradizionalmente cristiani o aiutare a radicare il vangelo più profondamente in aree evangelizzate da poco tempo. Laici, sacerdoti e famiglie, formati attraverso il neo‑catecumenato, vanno come missionari itineranti in tutte le parti del mondo. Nel 1987, un ampio seminario diocesano (« Redemptoris Mater ») è stato aperto a Roma per i membri della « via » neocatecumenale che hanno la vocazione al sacerdozio. Cf. Battesimo; Catecumenato; RICA.
Un movimento sorto dopo la prima Guerra Mondiale, ispirato da Karl Barth (1886‑1968) e sviluppato in vari modi da altri teologi, come Emil Brunner (1889‑1966), Reinhold Niebuhr (1892‑1971) ed Helmut Richard Niebuhr (1894‑1962). Insoddisfatti dell'umanesimo ottimista del Protestantesimo Liberale, essi cercarono di riscoprire le intuizioni essenziali della Riforma e sottolinearono la parola di rivelazione e di giudizio di Dio. In modo profetico, insistettero sulla trascendenza sovrana di Dio su un mondo peccatore. Il termine « Neo‑ortodossia » è stato applicato anche all'opera di altri, come Karl Rahner (1904‑1984). Però, in senso stretto, esso si applica solo al movimento iniziato e portato avanti da Barth. Cf Protestantesimo liberale; Teologia dialettica.
È un tentativo che è stato varato nella Prima Conferenza Panortodossa (Atene, 1936) per sviluppare una sintesi teologica ortodossa capace di ricuperare il pensiero di san Gregorio Palamas (circa 1296‑1359). La teologia palamita illustra sia
a) la trasformazione umana nell'immagine divina, sia
b) la distinzione reale tra l'essenza e le energie in Dio che rimane sempre trascendente e radicalmente differente dalle creature.
Alcuni dei teologi ortodossi più famosi del nostro secolo possono essere classificati come neopalamiti: Dumitru Staniloae (1903‑1993), George Florovsky (1893‑1979), Vladimir Lossky (1903‑1958), Paul Evdokimov (1900‑1971) e John Meyendorff (1925‑92). Cf Palamismo; Tomismo.
È un'interpretazione rinnovata e religiosa della filosofia di Platone (427‑347 a.C.) che fiorì dal III al VI secolo d.C. Plotino (205‑270) fu il rappresentante più importante di questo movimento. Altri esponenti furono Porfirio (circa 232 ‑ circa 303), Giamblico (circa 250‑330) e Proclo (410‑485). Plotino parlava dell'anima, o psyché, della mente o noùs, e dell'Uno o hèn dal quale è venuto il mondo della materia attraverso un sistema di emanazioni. Dietro e al di là di ogni esperienza, c'è l'Uno dal quale veniamo e al quale ritorneremo attraverso la purificazione, la conoscenza e l'amore. Profondamente mistico, il neo‑platonismo è stato spesso interpretato come panteistico. Ha esercitato un influsso notevole su sant'Agostino di Ippona (354‑430) e su altri Padri della Chiesa. Cf Padri della Chiesa; Panteismo; Platonismo.
Un rinnovamento della filosofia cristiana e della teologia medievale, considerata spesso come sinonimo di neo‑tomismo, ma di fatto alquanto più ampio nei suoi contenuti e nei suoi metodi. Nel Collegio Romano (che fu poi l'Università Gregoriana), Gesuiti come Luigi D'Azeglio Taparelli (1793‑1862), Matteo Liberatore (1810‑1892) e Joseph Kleutgen (1811‑1893) cominciarono a restaurare la Scolastica. Un antico studente del Taparelli, Gioacchino Pecci (1810‑1893), divenuto vescovo di Perugia e poi papa, Leone XIII, appoggiò con decisione cuesto movimento. La sua enciclica Aeterni Patris (1879) prescrisse l'insegnamento del Tomismo nelle facoltà cattoliche di teologia (cf DS 3135‑3140). Fino al Vaticano II (1962‑1965), la neo‑scolastica contribuì a dare struttura e chiarezza al pensiero teologico cattolico. Però, il progresso negli studi biblici, storici, patristici e liturgici mostrò che questa chiarezza era alle volte puramente formale, verbale e priva di sostanza. Dal lato filosofico, nuove correnti come l'esistenzialismo, l'analisi linguistica, il personalismo, lo strutturalismo, ecc. hanno creato una situazione di pluralismo. Cf Neo‑Tomismo; Scolastica; Tomismo.
È un recupero moderno del pensiero di san Tommaso d'Aquino (circa 1225‑1274), considerato comunemente come il più grande filosofo e teologo del Medioevo. Tra i più importanti neo‑tomisti, c'è da ricordare: Louis Billot (1846‑1931); il cardinale Désiré Mercier (1851‑1926); Ambroise Gardeil (1859‑1931); Antonin Gilbert Sertillanges (1863‑1948); Maurice de Wulf (1867‑1947); Maurice de la Taille (1872‑1933); Réginald Garrigou‑Lagrange (1877‑1964); Jacques Maritain (1882‑1973); Étienne Gilson (1884‑1978); Marie‑Dominique Chenu (1895‑1990) e Yves Congar (nato nel 1904). Cf Neo‑Scolastica; Scolastica; Tomismo.
Eresia (condannata nel 431 nel Concilio di Efeso) secondo cui in Cristo ci sarebbero due persone differenti, una umana e l'altra divina. Questa eresia fu attribuita a Nestorio (morto nel 451 circa), un monaco di Antiochia che divenne patriarca di Costantinopoli (428‑431). Sembra, però, che egli non abbia sostenuto proprio così una visuale del genere. Sembra meglio distinguere il nestorianesimo come eresia, giustamente condannato ad Efeso (431) e la visuale di Nestorio la cui ortodossia continua ad essere dibattuta anche oggi, ma la cui intenzione sembra essere stata ortodossa. Nestorio era contrario al titolo mariano popolare Theotókos (Gr. « Madre di Dio »), probabilmente perché temeva che esso minacciasse la piena e distinta divinità e la umanità di Cristo, mentre era disposto ad accettare il titolo purché fosse inteso rettamente. Cf Apollinarismo; Arianesimo; Assiriana; Chiesa apostolica assiriana; Concilio di Calcedonia; Concilio di Efeso; Eutichianesimo; Monofisismo; Teologia antiochena; Theotókos.
Termine generico per designare quelle filosofie le quali affermano che la realtà in sé è priva in ultima analisi di significato. Un atteggiamento del genere essenzialmente ateo può reggere la vita e imporre un significato con l'esercitare la propria volontà, come fu il caso di Friedrich Nietzsche (1844‑1900). Col professare l'assurdità dell'universo, la filosofia di Albert Camus (1913‑1960) e di altri esistenzialisti può contenere elementi di nichilismo. Cf Ateismo; Esistenzialismo.
Una filosofia che si è sviluppata nel Medioevo e sostiene che i nomi (Lat. nomina) dati alle cose, mentre sono utili allo scopo di classificazione, non descrivono validamente la realtà. Ogni sostanza è irriducibilmente singola; non ci sono nature comuni; i concetti universali esistono solo nella mente. Guglielmo di Occam (circa 1285‑1347) fu il nominalista più famoso. Questa filosofia intaccava la teologia, specialmente le dottrine riguardanti Dio, la giustificazione e i sacramenti. Mediante Gabriel Biel (circa 1420‑1495), maestro di Martin Lutero (1483‑1546), il nominalismo esercitò un grande influsso sulla Riforma. Elementi di nominalismo si trovano in certe forme del linguaggio della filosofia e dell'esistenzialismo. Cf Esistenzialismo; Filosofia; Platonismo; Riforma; Universali.
Termine usato dai cristiani d'Oriente per indicare raccolte di canoni ecclesiastici e di leggi civili che hanno qualche rapporto con la Chiesa. L'esempio più antico è attribuito a Giovanni III, Patriarca di Costantinopoli (morto nel 577), chiamato « Scolastico » (Gr. « avvocato »), perché era pratico di legge fin da giovane ad Antiochia. Cf Fonti del diritto canonico orientale; Sinfonia.
La teoria e la prassi di coloro che, come Mahatma Gandhi (1869‑1948) e Martin Luther King (1929‑1968), si adoperarono per eliminare l'ingiustizia politica e religiosa senza ricorrere alla forza fisica e alla guerra. Questi movimenti non violenti del nostro secolo hanno attinto dal pensiero Indù, dalla pratica della disobbedienza civile verso le leggi ingiuste come fece David Thoreau (1817‑1862) e soprattutto dall'esempio e dall'insegnamento di Cristo in particolare dalle beatitudini evangeliche e dal discorso della montagna (Mt 5,1-7,29; cf GS 78). Cf Beatitudini; Guerra; Legge; Pace.
Sono le qualità essenziali della Chiesa di Cristo: unità, santità, cattolicità, apostolicità (Simbolo Niceno‑Costantinopolitano). Dopo che Giovanni Wycliffe (circa 1330‑1384) e Giovanni Hus (circa 1372‑1415) ebbero accentuato il lato « spirituale » della Chiesa, il cardinale domenicano Giovanni da Torquemada (zio del futuro grande inquisitore) scrisse nel 1431 un trattato sulla Chiesa basato sulle sue quattro note visibili. Durante la Riforma, certi apologisti, come il cardinale Stanislao Osio (1504‑1579) e san Roberto Bellarmino (1542‑1621) accentuarono queste note per reagire a quelli che, come Martin Lutero (1483‑1546), sostenevano che l'insegnamento genuino del vangelo era l'unica nota caratteristica della vera Chiesa di Gesù Cristo. Ai giorni nostri, la denuncia profetica dell'ingiustizia e l'azione contro di essa hanno assunto un grande ruolo come segno visibile della santità della Chiesa nel mondo; vedi Giovanni Paolo II, enciclica Sollicitudo rei socialis (1987). Cf Apostolicità; Cattolicità; Chiesa; Hussiti; Riforma (La); Santità; Santità della Chiesa.
Di notte, il mondo visibile scompare, cedendo il posto al mondo invisibile. Per i mistici, la « notte » diviene il luogo privilegiato per incontrare Dio. « Oscura » indica che questa esperienza privilegiata avviene attraverso prove che purificano l'anima dagli attaccamenti terreni. Con san Giovanni della Croce (1542‑1591), si può distinguere la notte oscura dei sensi, che indebolisce l'attaccamento ai beni sensibili, e quella dello spirito, che distacca l'anima dalle consolazioni spirituali. Cf Mistica; Spiritualità.
L'intelligenza, ossia la facoltà umana di intendere. Il binomio Noùs ‑ Lògos (Gr. « mente ‑ parola ») si trova nella cristologia di Evagrio Pontico (346‑399) secondo il quale l'anima di Cristo sarebbe preesistente e la mente sarebbe il punto di unione tra il Lògos eterno e l'umanità di Cristo. Cf Cristologia; Origenismo.
Uno scisma che sorse riguardo al trattamento usato verso coloro che erano venuti meno alla fede cristiana durante la persecuzione (249‑250) dell'imperatore Decio. Novaziano, sacerdote romano e autore di un'opera pienamente ortodossa sulla Trinità, si allineò in un primo tempo con la prassi di riconciliare gli apostati, ma in seguito invocò un trattamento più severo. Il motivo di questo voltafaccia pare sia stato dovuto alla delusione che provò quando nel 250 fu eletto papa Cornelio. Novaziano si fece consacrare vescovo e si pose come rivale di Cornelio. Morì poi martire nella persecuzione (257‑258) sotto l'imperatore Valeriano. La sua comunità continuò fino al V secolo (cf DS 109; FCC 7.119). Nel Concilio Niceno I (325) subirono una condanna mite per la loro pretesa di essere catharòi (Gr. « puri ») e di formare una chiesa di santi che escludeva i peccatori (DS 127; FCC 9.041). Più tardi, furono criticati perché ribattezzavano gli eretici (DS 183, 211‑212, 214; cf anche 705, 1670; FCC 9.043, 9.229). Cf Donatismo; Riformismo; Sacramento della Penitenza; Scisma.
Un membro in prova di un istituto religioso. I novizi vivono insieme in una residenza speciale chiamata noviziato, possono indossare l'abito religioso del proprio istituto e devono seguire un corso di formazione della durata di almeno un anno intero (cf CIC 641‑653; 1196) prima di essere ammessi ai primi voti. Cf Monachesimo; Vita religiosa; Voti.
Il timore sacro ispirato dalla presenza divina. Rudolf Otto (1869‑1937) nella sua opera famosa « Il Sacro » (originale tedesco, 1917) affermò che la religione ha origine dall'esperienza numinosa del « mysterium tremendum et fascinans » (Lat. « il mistero che ad un tempo sgomenta e affascina »). Cf Esperienza religiosa; Santità.
È un titolo che si dà a Maria, madre fisica di Cristo e madre spirituale degli uomini. Il parallelismo e il contrasto tra la prima Eva, « la madre di tutti i viventi (Gn 3,20), e Maria come Nuova Eva risale a san Giustino Martire (morto nel 165). Il contrasto si fonda non solo sul fatto che si parla di Gesù come del « secondo » o « nuovo » Adamo (Rm 5,14; 1 Cor 15,22.45‑49; cf DS 901), ma anche sulla fede dimostrata da Maria. Come hanno fatto notare i Padri della Chiesa, dove la disobbedienza di Eva portò la morte, l'amore obbediente di Maria portò la vita a tutta l'umanità grazie all'attività redentrice del Figlio suo (cf LG 56, 63). Cf Adamo; Corredentrice; Eva; Mariologia.
I 27 libri della Bibbia che vengono dopo i 45 la maggioranza dei quali si hanno in comune con gli Ebrei (Antico Testamento). I cristiani riconoscono questi libri (i quattro Vangeli, gli Atti degli Apostoli, 21 lettere e l'Apocalisse) come scritti sotto l'ispirazione speciale dello Spirito Santo, normativi per la fede e facenti parte del « Canone delle Scritture ». « In modo eminente », la Chiesa trova nel NT, e in particolare nei Vangeli, una « testimonianza perenne e divina » alla realtà di Gesù Cristo (DV 17‑20). Cf Alleanza; Antico Testamento; Bibbia; Canone delle Scritture; Ispirazione biblica; Marcionismo; Vangeli dell'infanzia.