PAPA FRANCESCO, OMELIA DELL’EPIFANIA.

 



“Riscoprire l’adorazione come esigenza della fede, se sapremo inginocchiarci davanti a Gesù̀, vinceremo la tentazione di tirare dritto ognuno per la sua strada.

Adorare, infatti, è compiere un esodo dalla schiavitù più grande, quella di sé stessi.
Adorare è mettere il Signore al centro per non essere più centrati su noi stessi. È dare il giusto ordine alle cose, lasciando a Dio il primo posto.
Adorare è mettere i piani di Dio prima del mio tempo, dei miei diritti, dei miei spazi.
Adorare è incontrare Gesù̀ senza la lista delle richieste, ma con l’ unica richiesta di stare con Lui. È scoprire che la gioia e la pace crescono con la lode e il rendimento di grazie. Quando adoriamo permettiamo a Gesù̀ di guarirci e cambiarci.
Adorare è andare all’ essenziale: è la via per disintossicarsi da tante cose inutili, da dipendenze che anestetizzano il cuore e intontiscono la mente. Adorando, infatti, si impara a rifiutare quello che non va adorato: il dio denaro, il dio consumo, il dio piacere, il dio successo, il nostro io eretto a dio.
Adorare è farsi piccoli al cospetto dell’ Altissimo, per scoprire davanti a Lui che la grandezza della vita non consiste nell’ avere, ma nell’ amare.
Adorare è portare al Signore l’oro, per dirgli che niente è più̀ prezioso di Lui; è offrirgli l’incenso, per dirgli che solo con Lui la nostra vita si eleva verso l’alto; è presentargli la mirra, con cui si ungevano i corpi feriti e straziati, per promettere a Gesù̀ di soccorrere il nostro prossimo emarginato e sofferente, perché lì c’ è Lui.
Chiediamoci: Sono un cristiano adoratore? Troviamo tempi per l’adorazione nelle nostre giornate e creiamo spazi per l’adorazione nelle nostre comunità. Sta a noi, come Chiesa, mettere in pratica le parole che abbiamo pregato oggi al Salmo: “Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra”.
Adorando, scopriremo anche noi, come i Magi, il senso del nostro cammino. E, come i Magi, proveremo “una gioia grandissima”.